Devono fare circa 6-800 metri, in buona parte su pista ciclabile, eppure, quando dico ai miei parenti che ora vanno a scuola da soli, orgogliosa del traguardo di crescita raggiunto, mi chiedono se "mi fido"; non di loro, sia chiaro, ma degli altri.
Allora mi chiedo: ma a quale prezzo stiamo acquistando la nostra "sicurezza"? E questa sicurezza di chi è, dei figli (è proprio vero che ci siano in giro tante persone che li aspettano per fargli del male?) o nostra, la nostra tranquillità?
Diciamo sempre che i ragazzi oggi hanno di più rispetto a quanto avessimo noi alla loro età, ma più di cosa? Più soldi, più giochi, più beni materiali, ma sicuramente meno libertà.
All'età dei miei figli io giravo sola già da tempo, non chiedevo il permesso a mia mamma per uscire fuori a giocare, uscivo e basta, lei sapeva più o meno dove poteva trovarmi.
Io oggi so sempre esattamente dove sono i miei figli, non escono fuori senza avvertirmi, e uscire fuori significa proprio davanti casa mia, se decidono di andare a trovare un amico che abita poco lontano mi avvertono ed è comunque un evento abbastanza raro.
Non credo di essere più apprensiva di altri genitori, più o meno, per quanto ho potuto confrontarmi con altri, la situazione è la stessa per tutti: abbiamo più paura di quanta ne avessero i nostri genitori di lasciarli liberi di sperimentare la propria autonomia.
E' una paura in alcuni casi giustificata dalle modificate condizioni sociali: più traffico (quando io ero piccola di macchine nel mio paese ne giravano veramente poche), paesi più grandi e con più persone (ai miei tempi tutti sapevano chi ero, mia mamma non si preoccupava più di tanto di dove andassi a giocare perché era sufficiente uscir fuori e chiedere a chiunque dove mi avevano vista).
Credo però che sia necessario, per il bene dei nostri figli, trovare un equilibrio tra la nostra tranquillità e la loro esigenza di crescita.
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