Quest'anno per le ferie estive siamo andati negli Stati Uniti: è stato il primo viaggio così lungo ed impegnativo per i miei figli, il secondo per me dopo quello di nozze.
Abbiamo visitato la costa est: New York, Lenox (boschi del Massachussets), Boston, Miami, Key Largo, Key West, Newport, e ritorno.
Sono partita abbastanza diffidente e con un po' di ansia, un posto così lontano, con regole diverse (attenzione che se superate i limiti di velocità vi arrestano!!), con un sistema sanitario diverso dal nostro (se ti rompi una gamba servono almeno 5.000 euro!!)...
E' stata una piacevole sorpresa: ho trovato un paese veramente poco formale, tutto molto "friendly" come dicono gli americani; ho incontrato persone estremamente disponibili e cortesi.
NEW YORK: la prima mattina, appena scesi dalla metro al World Trade Center, ho detto a mio marito "Mamma mia, peggio di Milano"; tutti di corsa con le scarpette da ginnastica e il tailleur, pronti ad arrivare in ufficio e infilare quindi le scarpe con i tacchi, il bicchierone di carta con il caffè (o meglio, quello che loro hanno il coraggio di chiamare caffè!) in mano. Però, se chiedi una strada, son pronti a fermarsi e cercarla sul tablet per darti le indicazioni necessarie. Ai bambini son piaciuti molto il museo di storia naturale e il Metropolitan, meno il Moma. La passeggiata a Central Park è stata bellissima, la vista dall'Empire State Building spettacolare!
New York è immensa, un crocevia di culture, di gente, di profumi e ambienti completamente diversi l'uno dall'altro. Ogni quartiere è un mondo a se: Little Italy, China Town, Soho, Manhattan, Harlem, Brooklyn... Una cosa che mi ha colpito? Ci sono decisamente più calzolai e più pizzerie al taglio artigianali (dopo tre giorni di hot dog mia figlia si è rifiutata di mangiare!) che a Milano! E, in fin dei conti, i prezzi sono più bassi.
LENOX: spazi ampi, case senza recinzione, ognuna col suo pratino, tutti tagliati alla stessa altezza e alla perfezione, senza siepi o cancelli che delimitano le proprietà, ognuna con la sua cassetta della posta al limitare del vialetto di accesso; un'oasi di tranquillità e tanto verde.
BOSTON: British, un'eleganza molto formale, una città molto pulita, forse un po' freddina, ma piena di giovani grazie alle università (Harvard e Mit).
Abbiamo fatto anche un salto alla Columbia University a NY e a Princeton, e abbiamo potuto constatare le immense strutture che hanno a disposizione le Università americane.
MIAMI: il primo impatto è stato un po' traumatico, è un po' come passare da Milano a Napoli ma amplificato per 1000 (del resto tutto in America deve essere amplificato per 1000); città caraibica, lingua ufficiale praticamente lo spagnolo, musica, colori; inizialmente siamo rimasti un po' spiazzati, m a poi ci abbiamo preso le misure e ci siamo decisamente divertiti. Il gestore del nostro residence, al nostro arrivo, ci dice: "Volete sapere qual'è il bello di Miami? Che è vicina agli Stati Uniti!". Per il mare il consiglio è Biscayne Bay, un parco naturale con spiagge bellissime, ampie e piene di palme, con favolose aree attrezzate per i pic nic (portare pranzo al sacco perché non ci sono esercizi commerciali). A South Beach il consiglio è di non mangiare sui locali lungo Ocean Drive perché stanno li per spellare i clienti, andate invece ad Espanola Way, dove si trovano numerosi ristorantini cubani, messicani o sudamericani dove si mangia bene e si spende decisamente meno.
KEY LARGO: la strada che da Miami va a Key Largo e poi a Key West è spettacolare. 250 km di strada che attraversa prima le Everglades (le paludi), dove al lato al posto dei nostri cartelli a triangolo bianchi e rossi con "Attenzione attraversamento animali selvatici" si trovano quelli a rombo gialli con scritto "Alligator Crossing"; il bello è che di fianco alla strada da fare in macchina c'è la pista ciclabile! Glielo spiegate voi all'alligatore che dovreste passare? Poi la strada passa in mezzo all'oceano (sempre affiancata per buona parte dalla pista ciclabile, ovviamente, che passa nei tratti integri della vecchia Overseas Railroad) e prosegue fino a Key West in un susseguirsi di viadotti nell'oceano e passaggi sulle isolette. Se si decide di fare un'uscita per lo snorkeling a Key Largo, togliere bracciali, catenine e qualsiasi oggetto luccicante, perché non mancano i barracuda!
KEY WEST; è una piccola perla, sembra più di essere a Cuba che negli Stati Uniti. Era in origine un'isola di pirati, la punta più a sud dista 90 miglia da Cuba. Localini caratteristici e prezzi non troppo alti per essere comunque in un posto altamente turistico. Abbiamo mangiato tutte le sere pesce al Conch Republic (e a mia figlia, che aveva le lacrime agli occhi, la cameriera ha dovuto spiegare che il dolphin fish che ci aveva servito bello bello nel piatto non è il delfino.....). Il tramonto dalla Mallory Square è spettacolare!
Cosa mi è piaciuto degli americani: sono poco formali, cordiali, sempre pronti a dare una mano, rispettosi delle regole e orgogliosi del proprio paese.
Cosa non mi è piaciuto degli americani: il riempirsi la pancia di schifezze senza sapere esattamente cosa stanno mangiando e l'inseparabile beverone, il bicchierone di bibita che si portano ovunque, a spasso per strada, in macchina, in moto, in autobus, in spiaggia, addirittura lo hanno in mano anche durante il bagno in piscina o in mare!
Però, una bellissima esperienza!